Triumphs and Laments per i natali di Roma. William Kentridge e una visione inedita della città eterna.

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Un monumentale affresco che ci racconta la storia di Roma, un avvicendarsi di personaggi ed eventi memorabili che si snodano a partire dal giorno della sua fondazione, 21 aprile 753 a. C. fino ai giorni nostri. “Nella storia ad ogni trionfo corrisponde il lamento per la sconfitta di qualcun altro. Il mio è un modo di mettere insieme figure della storia italiana e farle conversare sul fiume.” William Kentridge, artista visionario e poliedrico afferma che “Triumphs and Laments” maestosa opera site-specific lungo gli argini del fiume Tevere in realtà non è altro che un gioco, come se potessimo idealmente srotolare i fregi della Colonna Traiana o di quella Antonina e ripercorre così i fasti di un impero. Ma in questo caso il gioco ad un certo punto si fa serio. kentridge1Per Kentridge non si tratta soltanto di ricordare a Roma, ai suoi cittadini e a tutto il mondo quello che questa città è stata in passato: culla di un impero, teatro di scontri e di incontri, bramoso bottino di conquista, centro della cristianità, capitale di uno stato o set cinematografico degno di Oscar. Con la sua opera l’artista sudafricano ci ricorda quanto questa meravigliosa città, la nostra città, sia oggi forse più che in ogni altro momento della sua storia, una città deturpata, mal vissuta, lacerata da conflitti, poco vivibile ed apprezzabile e che stiamo facendo un grave errore nel non curarci di lei. Si perché l’opera di William Kentridge ha in sè un duplice e profondo significato: le maestose figure che abbiamo visto comparire, nel corso di questi mesi, lungo il muraglione si potrebbero pensare disegnate, in realtà esse sono frutto di uno scarto. “Ho voluto procedere per via di levare, nel ricordo di un grande artista a cui immeritatamente mi sono accostato (Michelangelo, ndr)”, Kentridge ironizza parlando del suo metodo ma il principio è lo stesso, e qui ha una forte connotazione ecologica poiché i muraglioni non sono neri da sempre, a fine Ottocento erano bianchi, e la natura, ma anche e soprattutto l’opera dell’uomo li hanno trasformati; ora invece tra le figure torna in superficie il meraviglioso candore della pietra. Quello di Kentridge è quindi un appello, un monito per tutti noi, che dovremmo fare di Roma un gioiello, recuperando quello che abbiamo perso, perdendoci nel percorrerla a piedi, riscoprendone la magia, lasciando a casa la macchina, la fretta, lo stress. William in uno dei suoi incontri con la cittadinanza e le istituzioni romane racconta di essere innamorato della parola passeggiata “perché ha un suono magico, è una parola che porta con sè la calma, e la gioia”. L’istallazione di ottanta figure che da ponte Sisto si estende fino a ponte Mazzini è pensata proprio per essere goduta durante una passeggiata che però offre allo sguardo le immagini di un recupero, per frammenti, della millenaria memoria storica dell’Urbe.kentridge3 Si parte dall’antichità del mito e si arriva al cinema degli anni Sessanta passando attraverso episodi simbolo della storia come il Ratto delle Sabine o l’assassinio di Aldo Moro. Ma la vera sorpresa, il dettaglio che fa di quest’opera qualcosa di unico e geniale è che tutto questo nel giro di pochi anni scomparirà: “In tre o quattro anni l’inquinamento scurirà le mura e la vegetazione ricrescerà. Alla fine le figure svaniranno nel grigio. Ma è giusto così. Tutto questo ha a che fare con la memoria e con l’impossibilità di tenere insieme tutto, con il modo in cui città e paesi dimenticano la loro storia, ricordando dei frammenti, ma dimenticando la connessione tra gli eventi. Questa è la vita e il senso dell’effimero, il fatto che l’opera sia destinata a scomparire è parte del significato stesso di quello che ho voluto realizzare”. E allora non perdiamoci lo spettacolo che avrà luogo nelle serate di giovedì 21 e venerdì 22 aprile, un’occasione per amare di più la nostra città, per credere nel potere che abbiamo di cambiare ancora le cose e per farci emozionare dall’arte che dovrebbe far parte della vita, di tutti.

Iole Esposito

Triumphs and Laments
William Kentridge
Roma, Lungotevere dei Tebaldi
Giovedì 21 aprile ore 20.30
Venerdì 22 aprile ore 20.30, 22.30
Per maggiori informazioni: http://www.tevereterno.it/it/arts/triumphs-and-laments/

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